Purtroppo questa volta ci siamo. La dirigenza olandese di Saab, facente parte dell’ex proprietario Spyker ora Swedish Automobiles, ha comunicato di aver definitivamente presentato istanza di fallimento presso il Tribunale svedese di Vänersborg. Questo, di fatto, sancisce quasi sicuramente la fine della lunga storia di Saab, iniziata nel 1937 come produttrice di aeroplani e ora terminata soprattutto per colpa della crisi finanziaria iniziata in questi anni e non aiutata da una serie di scelte finanziarie poco felici. L’annuncio vero e proprio è stato dato da Viktor Muller, che nel 2008 aveva acquistato la casa nordica da General Motors con l’aiuto di un magnate russo.
I tentativi di rimettere in sesto la compagnia svedese non sono certo mancati, ma ogni proposta alla fine p caduta nel vuoto. Prima si è parlato della cinese Youngman, interessata all’acquisizione di almeno il 54% della struttura con opzione poi per un passaggio completo. In seguito si era inserita anche la Pang Da. Pare, però, che la General Motors si sia opposta a questi progetti, in quanto non gradiva che le tecnologie e le strutture della casa finissero in mano alle compagnie cinesi. Si era anche vociferato di un possibile incontro con la Bank of China per un’eventuale immissione di liquidi nelle casse societarie, ma pare che le autorità cinesi si siano opposte a questa decisione.
Ora non resta che vedere cosa accadrà alla casa, i cui stabilimenti sono fermi ormai da aprile, mentre i dipendenti non hanno ancora ricevuto gli stipendi di novembre e, presumibilmente, nemmeno quelli di dicembre. Il marchio potrebbe anche essere salvato da qualche società esterna, ma è impossibile da dire ora. Più facilmente Saab entrerà nell’illustre cerchia delle case dismesse, come Pontiac e Saturn prima di lei. Un pezzo di storia dell’automobile che svanisce.